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Dispositivi wearable: la rivoluzione 4.0 a metà di Apple

Negli ultimi anni si sono susseguiti una serie di anniversari molto particolari per Apple, un’azienda divenuta pioniera nel mondo della “informazione automatica”, rompendo gli schemi con il lancio di un dispositivo homebrew come Apple I, raffigurando nell’immaginario collettivo Davide che fronteggia, e sconfigge, il gigante “blu” Golia, il tutto magistralmente orchestrato dal pifferaio magico Steve Jobs, forte della competenza del Mago di (W)Oz.
Azienda capace di segnare nuovi standard, anche in termini di quotazioni azionarie, e di raschiare il fondo a ridosso degli anni ’90. Lo stesso Jobs, da reietto a figliol prodigo, verrà richiamato a gestire il timone in acque burrascose e condurre la nave verso un porto sicuro.
Sappiamo tutti com’è andata.
Dal 2011 il timone è affidato al mite Tim Cook il quale, però, si è rivelato abile stratega nel reinventare l’azienda e diversificare l’offerta hi-tech per i propri clienti.
Secondo il Wall Street Journal, infatti, Cook ha avviato un piano di riorganizzazione interna atta a diversificare i ricavi e non dipendere solo dagli iPhone, che recentemente hanno (relativamente) deluso dopo una decade di successi e record.
Pare che i cambiamenti avvenuti a cavallo tra 2018 e 2019 a livello del board management, con assunzioni, promozioni e addii, ultimo quello del Chief Design Officer Sir Jonathan Paul Ive, segnino la volontà di Cupertino di puntare su nuovi prodotti o servizi.
Apple punta a tecnologie rivoluzionarie ma, accantonati momentaneamente i progetti relativi su veicoli a guida autonoma o teletrasporto quantistico (chiedere a Google per info) nonostante forti investimenti (circa 14 miliardi di US$ in R&D) su sanità e AR, sfrutta la corrente della wearable technology, rappresentata da Apple Watch ed AirPods, dell’intrattenimento (dall’home cinema al gaming) e dei servizi (la Apple Card arriverà presto nelle tasche degli utenti… e sarà un successo IMHO).
Il mercato di questi dispositivi, infatti, è aumentato considerevolmente nell’ultima manciata di anni e rappresenta ormai un canale di entrata non indifferente, anche grazie alla concorrenza che sta a guardare, inerme, nonostante i timidi tentativi di contrastare la melamorsicata.
Aumenta, pertanto, la quota di individui che possiede, o forse ha posseduto, un Apple Watch o un paio di cuffiette AirPods; una bella comodità, specialmente per le funzioni Handoff che sempre più consentono la pratica di certe attività, anche senza portarci dietro il nostro iPhone… almeno per buona parte dell’anno.

Antonio Baldassarre

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