Recensioni

Recensione Skylum Aurora HDR e Luminar: editing fotografico d’eccellenza alla portata di tutti

Questo 2018 ci sta facendo vivere molte ricorrenze ed anniversari, molto importanti per molte società che gravitano nell’universo Apple, e non a caso… il lancio del primo iPhone nel “lontano” 2007, infatti, ha rivoluzionato il mercato della telefonia mobile, creando un indotto fatto da una moltitudine di azienda per un giro di affari che, ad oggi, conta miliardi di dollari.
Se pensate che si tratti solo di una coincidenza che molte società festeggino quest’anno il 10° compleanno, beh, vi sbagliate di brutto!

Nel 2008, in Ucraina, un paio di sviluppatori di giochi hanno deciso di creare una app di video making per iOS, il Vintagio, nominato da Apple tra le migliori app del 2009, che permetteva di trasformare i video girati con il nostro iPhone (il 5… con qualità fino a 1080p) in film con effetti vintage (avete presente il fastidiosissimo effetto sciame di mosche delle VHS copiate e ricopiate che ora va tanto di moda su Snapchat?!) e clip musicali, rimasta per molto tempo nella TOP100 delle app a pagamento dell’AppStore.

Da quella prima pietra miliare, la società allora conosciuta come Macphun (magari vi suona più familiare…) è riuscita ad arricchire la propria bacheca dei trofei, annoverando riconoscimenti quali il prestigioso “Editor’s Choice” e “Mac Best” per l’ampia gamma di applicativi, circa una sessantina, per rendere decisamente più facile la vita a fotografi smanettoni. La fama la raggiungono definitivamente nel 2010 con il lancio delle app per MacOS, FX Photo Studio Pro e Snapheal. Nel 2017, probabilmente non sentendosi completamente appagati, il trio a capo della baracca decide di estendere alcuni programmi anche al mondo Windows, rendendo necessario un cambio d’etichetta… Macphun viene ribattezzata Skylum!

Nel 2018, come dicevamo poc’anzi, Skylum compie il 10° anniversario e, quasi da copione, festeggia con il lancio della versione del loro software di foto editing con tecnologia AI, Aurora HDR 2019.

L’editing di immagini in High Dynamic Range (HDR) può risultare uno strumento prodigioso sia per i neofiti sia per i veterani… nell’headquarter di Skylum sostengono di essere riuscirti a migliorare ulteriormente l’esperienza utente.

Rilasciata ad inizio ottobre, Aurora HDR 2019 rappresenta una soluzione all-in-one per l’elaborazione delle immagini HDR, che si affianca e ben sposa all’altra app di punta, Luminar 2018.

Noi di Nerdvana abbiamo avuto la possibilità di testare, e stressare, entrambi i software su un MBP 13” Mid 2012, Intel Core i5 da 2.5 GHz, 4 GB a 1600 MHz di RAM, SSD da 256 GB, Intel Graphics 4000 da 1536 MB con macOS Mojave.

AURORA HDR 2019
Il cuore pulsante di questo software è il AI-powered Quantum HDR Engine, elemento centrale di questo nuovo aggiornamento, capace di fornire una tecnologia di mappatura dei toni basata su AI che analizza le immagini per una fusione ottimizzata. Il motore Quantum è stato messo a punto confrontandolo con migliaia di immagini in modo da garantire risultati dall’aspetto naturale.



Skylum afferma che il nuovo software può essere utilizzato per ridurre il clipping (sapete cos’è, no? Magari ve lo spiego tra un po’), perdita di contrasto, rumore, artefatti o aberrazioni cromatiche e funziona anche con fotografie catturate con bracketing (no, non me lo dite… anche questo?!).

Il clipping rappresenta, per i più, un fastidioso inconveniente dovuto a zone della fotografia che risultano non aver alcuna informazione, magari per sovraesposizione e sottoesposizione, in quanto il sensore della nostra fotocamera non riesce a catturare determinate “intensità” (termine improprio ma efficace) di colori. I fotografi più creativi ne hanno fatto, di contro, uno strumento di lavoro!

Il bracketing è una tecnica che, in soldoni, consiste nel ritrarre la stessa scena e lo stesso soggetto andando a cambiare le impostazioni di scatto e fondendo, in un secondo momento, le varie fotografie ottenute. Il bracketing è alla base del concetto di HDR dove, nello specifico, si impostano diversi parametri di esposizione per la ripresa dello stesso soggetto.

Aurora HDR 2019 rappresenta, come già anticipato, una soluzione all-in-one, ma esprime massime prestazioni anche in tandem con altri software, da anni nell’Olimpo della fotografia; basta qualche click per installare i plugin di Aurora HDR 2019 per Adobe Lightroom, Adobe Photoshop o Apple Aperture ed il gioco è fatto.
Skylum ha aperto anche agli utenti di Windows, e pare proprio che la versione Windows funzioni perfettamente. Il loro problema? Semplice, non hanno un Mac! LOL
Caratteristica importante di Aurora 2019 HDR è la presenza di una moltitudine di presets… ops, intendevo dire Looks, alcuni espressamente concepiti da fotografi professionisti su richiesta di Skylum.

Quasi dimenticavo… supporta il nuovo formato .heic (High Efficiency Image File Format)

Via con l’editing
La mappatura LUT, una nuova feature di Aurora HDR 2019, permette di gestire al meglio l’editing delle nostre fotografie, una volta renderizzate in HDR.
Uno dei grandi nemici dei neofiti, alle prime armi con l’HDR, è il cosiddetto halo effect o effetto aureola (lo stesso termine è noto agli psicologi, ma lasciamo stare…) che esalta, davvero eccessivamente, il passaggio tra due soggetti in forte contrasto luminoso; pare che le versioni precedenti di Aurora non riuscissero nell’impresa (un motivo in più per effettuare l’upgrade).







Seguono alcuni scatti editati con il filtro standard HDR di Aurora HDR 2019… immaginate cosa poter ottenere utilizzando gli altri nuovi filtri come HDR Enhance per chiedere di più in termini di micro-contrasto dell’immagine, Filtro polarizzatore che permette, ad esempio, di eliminare il riflesso dell’acqua, Dodge/Burn per schiarire o scurire elementi specifici della fotografia, Image Radiance per un tocco degno di Sherazade (l’ho usato per una foto scattata sul Tamigi) e Tone Curve, se vogliamo ottenere risultati estremi con la gamma RGB.

Segue una breve galleria di miei scatti, realizzati con iPhone X… vedere per credere.
Considerazioni finali
Skylum è riuscita a raggiungere livelli sempre più alti, giungendo alla massima espressione con la sua versione Aurora HDR 2019, per la quale ci sono pochi margini di miglioramento.
Velocità e tecniche migliorate come il nuovo Quantum HDR Engine.
Mi sono scoperto fan del software Skylum in queste ultime settimane di prova! Le preimpostazioni offerte sono limitate ma, quando si aggiungono i pacchetti gratuiti o si acquistano i Looks disponibili attraverso il sito ufficiale, non si sbaglia.





L’interfaccia grafica risulta abbastanza intellegibile e pratica, con grandi risultati nell’esperienza utente, davvero eccellente.
Questo software può trasformare qualsiasi neofita in un… neofita con ottimi scatti!

Aurora HDR 2019 si merita, indiscutibilmente, di essere menzionata tra le migliori applicazioni di editing HDR.

LUMINAR 2018
Passiamo a parlare di Luminar 2018… tra qualche istante, il tempo di completare l’aggiornamento! Scherzi a parte, il team Skylum lavora incessantemente per apportare migliorie e risoluzioni a piccoli bugs!

Per la valutazione di Luminar 2018 abbiamo utilizzato una fotocamera DSLR, la Nikon D3100, capace di scattare foto in formato RAW, estensione .nef (Nikon Electronic Format). Il formato RAW significa, letteralmente, crudo ovvero un prodotto grezzo, pronto per la lavorazione.

Prodotto di punta dell’azienda non è disponibile solo per Mac, ma anche per computer Windows. Nato inizialmente come prodotto rivolto principalmente a neofiti ed hobbysti, a piccoli ma decisivi passi, ha maturato potenzialità paragonabili a programmi di case madri ben più note, Adobe in primis.
Quando parliamo di editing fotografico ed Adobe, però, va fatta una precisazione doverosa; c’è Photoshop, totipotente anche per l’editing fotografico, e Lightroom, concepito proprio per il mondo della celluloide (… e magari!). Luminar 2018 è, pertanto, paragonabile a Lightroom, non certo a Photoshop.

Luminar 2018 è un programma davvero interessante in quanto offre la possibilità di modificare una singola immagine o un batch. Con l’elaborazione in batch, hai la possibilità di applicare preimpostazioni e filtri a un gruppo di foto, un batch per l’appunto, impostare i parametri, ecc. Non ti consente di fare molto altro; una soluzione che mette d’accordo la maggior parte dei neofiti e principianti.
A volte, però, si vuole modificare un’immagine da batch ed applicare le stesse modifiche a qualsiasi altro elemento del batch. Teoricamente Luminar 2018 lo consente, ma è necessario modificare la foto, salvare il preset, chiudere l’immagine, caricare il batch ed applicare il preset salvato precedente… francamente un po’ macchinoso, ma c’est la vie!

Per modificare una fotografia in Luminar 2018 bisogna necessariamente familiarizzare con tre concetti: lo spazio di lavoro (vuoi lavorare come un PRO oppure lavorare su foto aeree?), i filtri e, ovviamente, i presets.



I filtri non vanno scambiati per quelli ormai, e purtroppo, ampiamente diffusi sui social (non aspettatevi paesaggi glitterati). Lavorando con gli strati sarà possibile applicare diversi filtri e presets, valutarne la resa strato dopo strato, per poi fondere il tutto ed avere il prodotto finito pronto per l’esportazione.
Quello che ho trovato fantastico in Luminar 2018 è che è in grado di modificare quasi tutti i file RAW di qualsiasi tipo. Il motore di file RAW di Luminar è verosimilmente migliore, più veloce e più robusto di quello di Lightroom, davvero niente male. Probabilmente 4Gb di RAM non sono all’altezza della gestione ed elaborazione di un file RAW…
Luminar 2018 finisce per creare davvero delle immagini fantastiche, semplicemente prestando attenzione nella lavorazione… ah, lo scatto rimane fondamentale.
Sul sito di Skylum, tra l’altro, sono disponibili molti spazi di lavoro, presets e LUT, molti dei quali gratuiti; consiglio il pacchetto RAW Develop! Il risultato è davvero eccellente!

Passiamo alla punta di diamante di Skylum, ovvero l’AI (Artificial Intelligence), il vero cervello dietro alcune spettacolari soluzioni offerte da Luminar 2018 quali, ad esempio, l’AI Sky Enhancer… come funziona? Facile, grazie ad uno specifico algoritmo, registrato tra l’altro, concepito da quei cervelloni della Skylum, che riesce a migliorare selettivamente il cielo presente in qualsiasi nostro scatto! È proprio il caso di dirlo, è più facile a farsi che a dirsi, ecco qua (ovviamente la scelta della fotografia da modificare è puramente casuale).
Il trucco c’è, non si vede, ma a noi va davvero benissimo così, click!



Considerazioni finali

Skylum è riuscita davvero nell’impresa. Luminar 2018 è un prodotto a tutto tondo, che esce a testa alta dal confronto con la ben più ricca concorrenza. Aurora HDR 2019, che tra l’altro può essere caricato come plug-in in Luminar 2018, consente di lavorare selettivamente nel microcosmo del bracketing.
Entrambi gli strumenti possono essere utilizzati da neofiti, principianti e fotografi semi-pro, senza troppe preoccupazione per il portafogli… Luminar 2018 ha un costo di € 59 (già scontato da € 69), mentre Aurora HDR 2019 ha un costo di € 99.
Skylum, in ottica di una sempre più premurosa fidelizzazione dei clienti, offre ulteriori scontistiche in caso di upgrade da versioni precedenti dei programmi o possesso di licenza di altri prodotti Skylum, quali Snapheal, FX Photo Studio o Photolemur.

PRO

Rapporto qualità/prezzo senza paragoni

CONTRO

Attenzione ai requisiti di sistema; alcuni feature quali l’HDR Engine o la gestione dei file RAW richiedono grandi risorse di sistema. La stessa Skylum, infatti, consiglia i seguenti requisiti minimi di sistema per sfruttare al meglio le potenzialità di Aurora HDR 2019 e Luminar 2018:

  • Mac early 2010 o successivi;
  • processore Intel 64-bit Core 2 Duo o superiori;
  • memoria RAM 8 Gb o più;
  • macOS dal OS X Yosemite 10.10.5;
  • 2 GB di spazio libero su disco, preferibilmente SSD;
  • display 1280×768 o maggiore.

(il mio MBP 13” mid 2012 se l’è cavata, anche se i tempi di attesa sulla elaborazione RAW sono stati un po’ windowiani… !)

Antonio Baldassarre

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Antonio Baldassarre
Tags: HDRSkylum

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