Siamo alla vigilia del late event Apple, che si terrà il prossimo 30 ottobre a New York presso la Brooklyn Academy of Music, Howard Gilman Opera House (anche la location potrebbe suggerirci qualcosa…), in occasione del quale verranno lanciati i nuovi Mac, oltre a tante altre novità sulle quali anche i bookmakers stanno prestando molta attenzione. La maggior parte degli utenti conosce, per somme linee, quella che è stata la storia della Apple, vita a doppio intreccio con quella di uno dei suoi fondatori, Steve Jobs. Proprio il ritorno del figliol prodigo (affamato e folle), alla fine degli anni ’90, grazie a qualche decisivo taglio sia sul personale sia sulla vasta gamma di dispositivi proposti, salvò la newtoniana azienda dal tracollo. Jobs scommise tutto sul Mac e sbancò il banco! Qualche anno più tardi, e più precisamente nel 2006, mentre nel pentolone iniziavano a ribollire idee rivoluzionare (sapete a cosa mi riferisco, vero?), il mondo della melamorsicata ha vissuto una piccola grande rivoluzione, così come annunciata da un memorabile keynote di Jobs (Just in case… meriterebbe di essere ricordato al pari di …one more thing) sotto le luci dei riflettori della WWDC 2005.
Per la prima volta, infatti, l’azienda lanciava un Mac con processore Intel.
La neonata Parallels, che fino ad allora sfruttava la virtualization technology per i SO Windows e Linux grazie alla Parallels Workstation, ebbe la sua grande occasione e proprio con il lancio della prima versione del suo Parallels Desktop for Mac divenne azienda leader a livello globale.
A distanza di oltre due lustri, e nonostante la perdita del guru Jobs, entrambe le aziende hanno registrato bilanci sempre in crescita. Parallels si è ritagliata un ruolo di primo piano nel settore delle VMs, garantendo performance ed esperienza di utilizzo migliori rispetto al nativo BootCamp.
L’introduzione della Touch Bar ha richiesto qualche accorgimento in più da parte degli sviluppatori nella scrittura del codice della versione 13, che ovviamente non supporta OS X Mojave, garantendo prestazioni avanti anni luce rispetto alle precedenti versioni (qui trovate la recensione della versione 10).
Parallels Desktop 14 è più lungimirante, consentendo di creare macchine virtuali Windows (VM) che supportano nuove tecnologie, come il set di istruzioni AVX-512 ad alte prestazioni di Intel, utilizzato nell’attuale iMac Pro basato su Xeon, così come la prossima generazione Cannon Lake. Gli sviluppatori hanno anche migliorato il supporto OpenGL per le macchine virtuali Windows al fine di migliorare le prestazioni per un numero di app ad alta intensità di grafica, come la gamma di strumenti di analisi dei dati di OriginLab, che in passato non funzionavano correttamente nell’ambiente della macchina virtuale. Tutto in regola per una virtualizzazione coi fiocchi!
Parallels Desktop 14 supporta completamente la modalità Dark di Mojave, uno dei più attesi eye-candy di macOS. Gli sviluppatori garantiscono il 35% in più in termini di performance rispetto alle versioni precedenti. La nuova versione utilizza anche molto meno spazio; le VMs possono essere più piccole anche di 20 GB.
Parallels Access (recensito qui), che ridefinisce le regole per l’accesso in remoto dai nostri devices della melamorsicata, permettendoci di rimanere connessi 24 ore su 24, è sempre disponibile assieme a Parallels Toolbox, incluso con l’acquisto di Parallels Desktop 14, che offre una serie di strumenti per la pulizia, così da offrire al cliente finale un bundle di prodotti per una gestione globale del nostro Mac.
La politica commerciale di Parallels, da sempre basata sulla vendita di licenze standalone, si basa oggigiorno anche su vendita di abbonamenti, offrendo scontistiche particolari ai clienti più fedeli. Anche gli studenti, sulla falsa riga del programma Educational di Apple, possono godere di prezzi agevolati per l’acquisto della licenza.
Se avete qualche dubbio, c’è la possibilità di scaricare una versione prova per 14 giorni.
PREMESSA
La casa madre consiglia, come requisiti minimi, un computer Mac con processore Intel Core 2 Duo, Core i3, Core i5, Core i7, Core i9, Intel Core M o Xeon, almeno 4 GB di memoria, consigliati 8 GB, almeno 600 MB di spazio su disco nel volume di avvio (Macintosh HD) per l’installazione dell’applicazione Parallels Desktop senza tralasciare lo spazio su disco per le macchine virtuali (varia a seconda del sistema operativo e delle applicazioni installate, ad esempio sono necessari almeno 16 GB per Windows 10). Per migliori prestazioni, è consigliabile un’unità SSD.
Parallels Desktop 14 supporta le versioni OS X da 10.11.6 (El Capitan) al neonato 10.14 (Mojave).
Noi l’abbiamo testato su ben due MacBook Pro:
MBP 13” Mid 2012
INSTALLAZIONE E CONFIGURAZIONE
Parallels Desktop 14 è un prezioso alleato per tutte le aziende e professionisti che utilizzano Mac, ma che necessitano l’accesso ad applicazioni vecchie o su misura in esecuzione su altri SO, in particolare modo su ambienti Windows (dal 7 fino all’ultima release autunnale di Windows 10, la 1809). Parallels Wizard ci accompagnerà, passo dopo passo, nell’installazione del SO desiderato, configurando al meglio il tutto in base alle prestazioni del nostro Mac.
Parallels farà del suo meglio per configurare la VM, chiedendo quale utilizzo principale faremo della nostra Windows VM, quale percentuale di CPU e RAM assegnare ed altre preferenze. Parallels ci consiglierà per il meglio lasciandoci, comunque, la possibilità di impostare i parametri come meglio crediamo.
È possibile virtualizzare un PC Windows esistente sia attraverso la rete sia con un disco rigido esterno e l’applet Parallels Transport Agent. È inoltre possibile creare una nuova Windows VM con un semplice click, scegliendo tra CD, DVD o immagine ISO su un disco o chiavetta USB esterna.
Ovviamente dovrete acquistare Windows o essere possessori di una copia con licenza per la migrazione.
Parallels ci fornisce, a scanso di equivoci, la possibilità di scaricare alcuni tra i più famosi sistemi operativi open-source, quali Chrome OS, Ubuntu ed Android.. o addirittura provare a caricare precedenti versioni di OS X (come il Lion!) creando una nuova macchina virtuale OS X direttamente dal disco di ripristino di Mac o eseguendone il download da… qualche parte!
L’avvio di Windows, grazie alla brillantezza del nostro SSD, è di qualche istante. I soli 4 Gb di RAM sul MBP con OS X Mojave si fanno sentire… non a caso la stessa Parallels consiglia almeno 8 Gb per prestazioni ottimali!
Il Mac diventa un ibrido pluripontenziale
Parallels Desktop 14 permette di integrare al meglio OS X e Windows, riuscendo a rendere davvero più leggero il tutto. Lo spazio occupato su disco è sensibilmente inferiore rispetto alla versione 13 (Windows 10 occupa quasi 45Gb sulla versione 13 e soli 18Gb sulla versione 14) e le risorse del sistema, anche sui devices più datati, non sembrano patire grosse difficoltà.
Parallels Desktop 14 PRO è, come dire, semplicemente un altro pianeta rispetto alla versione a Parallels Desktop 14 Standard (qualora vi chiediate il perchè, ecco una tabella riepilogativa…)
Parallels Coherence View, già vista, ci permette di eseguire, e visualizzare, ogni applicazione Windows in una finestra dedicata, in modo da gestirle con estrema facilità sulla Scrivania del nostro OS X, ad una velocità di frame del 17% superiore rispetto alla versione 13.
La versione 14 cambia il modo in cui è allocata la memoria video e migliora anche il supporto Open GL. Di conseguenza, alcune applicazioni che non funzionavano correttamente nella versione 13, nella versione 14 funzionano senza problemi.
Il tutto condito da un migliore supporto multi-monitor, tempi di avvio migliorati di Windows 10, prestazioni migliorate per la sospensione di un sistema operativo, minore utilizzo della memoria e installazione rapida avanzata di Windows.
Abbiamo utilizzato per circa due settimane Parallels Desktop 14 e non abbiamo sperimentato alcun problema. Va ricordato, però, che utilizzare più VMs contemporaneamente potrebbe rallentare il nostro Mac.
Nonostante i nostri MBP non siano più nuovi di pacca, e non offrano le ultime soluzioni hardware lanciate da Apple (Touch Bar) l’esperienza utente è stata grandiosa!
IL PELO NELL’UOVO
Siamo sicuri che Parallels Desktop 15 sarà migliore!
Scherzi a parte, la licenza PRO non è condivisibile su più dispositivi.
PRO
Software ottimizzato, stabile e performante anche su macchine con risorse limitate.
CONCLUSIONE
Parallels Desktop 13 ha staccato, e nettamente, le release precedenti. Parallels Desktop 14 è semplicemente frutto del preciso ed attento cesellare degli sviluppatori.
Se siete vincolati agli ambienti Windows, per necessità o vezzo, Parallels Desktop 14 è una garanzia!
P.S.: Rumors riferiscono che Apple potrebbe lasciare Intel nel 2020… staremo a vedere!
Recensioni Nested
Mutuando un termine tecnico, prevalentemente utilizzato in epidemiologia, vi regaliamo una rapida rassegna delle due feature apps, Parallels Access e Parallels Toolbox, i cui servigi saranno a disposizione degli utenti che sceglieranno Parallels Desktop 14, per un periodo pari a quello di sottoscrizione della licenza.
Parallels Access
Introdotto nel 2014, quando hardware, software e rete 4G lo hanno permesso, Parallels Access ha permesso di svolgere la maggior parte delle attività letteralmente dal palmo della propria mano.
Le release che sono seguite da allora hanno migliorato soprattutto la stabilità nella gestione della connessione in remoto, rendendo sempre più agevole il telelavoro.
Parallels Access lo abbiamo testato su iPhone X su rete Fastweb 100Mega (i mega sono i bit, non lasciamoci fregare… !!!) e su rete ILIAD (1.17 MB/s in download vs 0.81 MB/s in upload), soffrendo un po’ su connessione dati cellulare (sono un disgraziato, lo so!).
A differenza della primissima release, da me testata qui, è anche possibile sfruttare al meglio la landscape mode grazie a schermi decisamente più grandi.
È bene ricordare che non è consigliato scambiare uno smartphone, per quanto phablet possa essere, per una postazione VDT concepita ergonomicamente secondo gli ultimi standard e come inteso dalla normativa vigente; il rischio di affaticamento visivo e di sovraccarico biomeccanico per il rachide cervicale ne risulterebbe sicuramente aumentato!
Parallels Toolbox
Disponibile dalla versione 12 della major app, Parallels Toolbox raccoglie una serie di strumenti per la gestione quotidiana, ordinaria e straordinaria, del nostro Mac.
Mi hanno particolarmente colpito gli strumenti per il ridimensionamento delle immagini (peccato non supportino l’estensione .heic) e la conversione dei video, così come gli strumenti per il download di audio e video (chissà perché…).
Ma la chicca, IMHO, è lo strumento per la ricerca dei duplicati. Nella mia recensione di CleanMyMac X, parlando di Gemini II, ho già sottolineato quanto sia fondamentale, oggigiorno, uno strumento del genere.
Parallels Desktop 14 per Mac è disponibile e sottoscrivibile per un po’ tutte le esigenze!
È possibile scegliere tra la licenza perpetua da € 99,99, che non dà diritto alle versioni successive del software (come accadeva con i box), e l’abbonamento (€ 79,99 all’anno) che permette l’utilizzo sempre dell’ultima versione disponibile.
Parallels Desktop 14 Pro prevede, invece, un obolo annuale di € 99,99, così come per l’abbonamento Business.
“Studere studere”… a volte conviene! La licenza Student costa solamente € 39,99.
[Aggiornamento]
A pochi giorni di distanza dalla nostra recensione, quei mattacchioni della Parallels ci hanno stupito con l’aggiunta di alcuni strumenti nella feature app Parallels Toolbox, ora ancor più interessante. Ora possiamo gestire la disinstallazione delle nostre app nella maniera più funzionale, visualizzare i file nascosti (chapeau) e mostrare l’orario internazionale di nostro interesse, comodamente sulla barra degli strumenti della nostra scrivania.
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