Case Air è un dispositivo in grado di trasmettere in tempo reale, attraverso una connessione wireless, a Mac, PC, iPad, iPhone e smartphone o tablet Android, l’inquadratura della fotocamera, consentendo di visualizzare e modificare tutti i parametri che inficiano la resa dello scatto o della ripresa.
Come si sarà dedotto Case Air è un prodotto per lo più dedicato ai professionisti del settore o agli appassionati. Il motivo principale risiede nel fatto che le fotocamere compatibili sono solo DSLR. Perché si possa utilizzare al meglio ed al massimo delle sue potenzialità deve inoltre trattarsi di DSLR di fascia medio/alta.
In confezione insieme al Case Air troviamo, oltre a quello per la ricarica (USB – micro-USB), una serie di cavetti che assicurano il collegamento con le diverse macchine ed un laccetto. In particolare si tratta di cavi che da un lato hanno il connettore micro-USB per il collegamento al Case Air e dall’altro: USB 2.0 Mini-B 5-Pin, USB 2.0 Mini-B 8-Pin e USB 3.0 Micro-B. Vi è infine un ulteriore cavetto con terminale USB femmina per l’impiego fotocamere con porte diverse dalle precedenti.
Le dimensioni del Case Air sono pari a 67.25mm x 40.11mm x 13.99mm con un peso di 50 g. Il dispositivo si alimenta grazie alla batteria integrata da 1380 mAh che garantisce un’autonomia che varia tra le 6 e le 8 ore di uso continuativo. Questa può essere ricaricata anche a 2.1 A con un tempo di ricarica pari a 2 ore circa, in questa configurazione. A “muoverelo” invece è un processore MIPS a 400 Mhz al quale sono abbinati 64 MB di RAM DDR2.
La connessione ai dispositivi riceventi avviene tramite una rete Wi-Fi 802.11 b/g/n ad-hoc. Sia il nome della rete (SSID) che la password di protezione sono riportati sull’adesivo nella parte inferiore del Case Air. Se il collegamento avviene con un dispositivo iOS questa tipologia di rete sarà rilevata, consentendo di non perdere il collegamento dati. Case Air è anche in grado di riconoscere altre reti Wi-Fi e collegarvisi. La rete ad-hoc ha una portata di 45 m in campo aperto, ma non teme ostacoli non troppo importanti.
Case Air grazie all’hot shoe (slitta) si innesta dove solitamente è installato il flash. La rotella che di solito accompagna questo tipo di fissaggi viene giù per assicurare il dispositivo alla camera.
La configurazione è semplice ed intuitiva, basta accendere la fotocamera, avviare il Case Air premendo per poco più di 2 secondi il pulsante principale e collegarsi alla rete. Fatto ciò basterà lanciare l’app CASE Remote che automaticamente riconoscerà la macchina, per iniziare a scattare. Nella parte superiore, oltre al pulsante sono posizionati due piccoli led: uno per lo stato della batteria e l’altro per quello del Wi-Fi. Il primo cambia colore: verde dal 60% in su, giallo dal 30% al 60%, rosso al di sotto del 30%. L’altro led, di colore blu, lampeggia in fase di accensione o aggiornamento ed è stabile per il resto del tempo di funzionamento.
Mentre il dispositivo di per sé funge solo da ponte tra la macchina fotografica ed il dispositivo di cui si sta usufruendo, è l’app CASE Remote che, ricca di funzionalità, permette di gestire proprietà e modalità di scatto.
A monte dell’utilizzo dell’app si suppone una buona conoscenza della propria macchina ma anche qualche nozione di fotografia. Tuttavia Tether Tools mette a disposizione una guida in formato PDF ed alcuni video tutorial, il tutto in sola lingua inglese.
Per apprezzare le potenzialità della combinazione Case Air e CASE Remote ci siamo serviti di macchine appartenenti diverse fasce: una Canon 1100D, una Nikon D5200, una Canon 5D Mark III. Come dispositivi di gestione invece ci siamo avvalsi di un iPhone 7 Plus, un iPad Air 2, un iPad Pro 12″ ed un MacBook Pro Retina 15″. Le prestazioni offerte dal Case Air possono variare in base alle velocità di elaborazione sia della macchina che del dispositivo di appoggio. Una fotocamera recente o di buon livello abbinata ad un Mac, PC o tablet con stesse caratteristiche, consentirà di godere appieno delle potenzialità di Case Air.
Nella fattispecie, facendo uso della Canon 1100D, abbiamo rilevato una latenza sensibile ed un basso frame rate dell’anteprima in tempo reale, che non fa altro che sostituire la liveview dello schermo integrato. Al contrario con le altre macchine l’anteprima è fluida e istantanea. Il tutto avviene con il supporto della rete wireless a 150 Mbps che consente di scaricare gli scatti sul dispositivo d’appoggio in tempi ragionevoli: mediamente 2-3 secondi a scatto.
L’app CASE Remote è dotata di tre sezioni principali: Capture, Album e Settings. La prima dedicata allo scatto, la seconda alla visualizzazione delle fotografie presenti sulla memoria della macchina e la terza alle impostazioni dell’app.
La schermata principale è ricca di funzionalità pur senza restringere troppo il campo dedicato all’anteprima. Iniziando dall’alto la schermata evidenzia: modalità di scatto, fotocamera in uso e il pulsante per l’apertura del menù per le funzioni avanzate. Nella parte inferiore dell’anteprima sono riportati i parametri correnti quali: velocità di otturazione, apertura focale, ISO, compensazione dell’esposizione e livello della batteria del Case Air. Ancora in basso le miniature delle foto più recenti, per terminare con i pulsanti rapidi per lo scatto, aumento e riduzione manuale del fuoco, fuoco automatico, apertura/chiusura dell’anteprima ed infine un’icona dedicata all’apertura della finestra per la regolazione manuale di ISO, apertura focale e velocità di scatto. Scorrendo con il dito dalla sinistra dello schermo verso il centro viene mostrato il pannello con queste ed ulteriori regolazioni che potranno essere salvate per essere poi richiamate in un secondo momento. Una piccola freccetta sempre sul lato sinistro dà l’accesso rapito all’attivazione della griglia, dell’istogramma bianco o RGB e del Focus Peaking per verificare la corretta messa a fuoco di particolari punti.
Possono risultare davvero interessanti le funzioni avanzate. Con il bracketing sono effettuati tre scatti, di cui uno con le impostazioni correnti, uno sovraesposto ed uno sottoesposto perché possano essere combinati al meglio in fase di post-produzione. Bulb time per la lunga esposizione. Il focus stacking scatta con diversa messa a fuoco per ottenere in post-produzione l’intero campo a fuoco. HDR per combinare diversi livelli di esposizione. Gli ultimi due sono dedicati al time lapse ed alle riprese video.
La sezione Album mostra tutti gli scatti memorizzati sul supporto di memoria per visualizzarli singolarmente, eventualmente anche con le proprietà ed i dati EXIF, oppure effettuare una selezione multipla per eliminarli o portarli sul dispositivo in uso.
Attraverso le impostazioni infine è possibile configurare aspetti come l’aggiunta dei dati GPS, il fuoco automatico, la generazione automatica delle miniature, l’anteprima automatica al lancio dell’app, colore della griglia e scelta dell’istogramma.
Case Air porta ad un livello superiore la personalizzazione dello scatto potendo contare su tutti i benefici derivanti da un’anteprima ben più ampia e su un più intuitivo e veloce raggiungimento delle proprietà.
Non di minor importanza è la disponibilità in tutti i momenti di tutte le foto o i video da poter scaricare non ricorrendo all’uso di cavi o senza dover rimuovere la SD Card, la Compact Flash o simili.
Ulteriori dettagli su Case Air e CASE Remote sono disponibili sulla pagina del sito Tether Tools.
Case Air è distribuito da Image Consult ed è disponibile all’acquisto su tethertools.it al prezzo di 184 €. Grazie al prezzo non esagerato può essere un buon compromesso per evitare ai professionisti il passaggio a fotocamere che supportino nativamente questo tipo di funzionalità. Lo stesso aspetto fa sì che anche gli appassionati possano accostarsi con facilità a questo tipo di prodotto e di esperienza.
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