Le caratteristiche per cui l’Akitio Neutrino Thunderbolt Edition spicca sono per l’appunto le dimensioni contenute (13cm x 8cm x 2,5cm), l’alimentazione fornita dalla connessione Thunderbolt stessa, un’importante area (quella inferiore) per la dissipazione passiva del calore e, naturalmente, elevate velocità di trasferimento dati garantite dal controllore SATA con ben due interfacce PCIe. La maggior parte dei competitor infatti adottano controllori SATA con una sola interfaccia PCIe.
Il solo fatto che si tratti di un SSD con interfaccia Thunderbolt crea delle aspettative molto alte, che però potrebbero essere ridimensionate dal fatto che sia autoalimentato. Dopo averlo provato abbondantemente siamo in grado di sbilanciarci nel dire che tutte le aspettative e modalità d’uso che si possono pensare per questo accessorio, sono in realtà in linea con l’esperienza pratica.
Abbiamo utilizzato l’Akitio Neutrino sia come una normale memoria esterna, effettuando qualche test di velocità in trasferimento, che come disco di avvio. In entrambi i casi si è mostrato davvero performante.
Partendo dalla configurazione come memoria di archiviazione esterna, forse un po’ dequalificante date le caratteristiche (ndr), e le dimensioni tutto sommato contenute, forse può non essere un’ottima soluzione, tutto sta però alla tipologia di uso che se ne fa. Se infatti dobbiamo lavorare su progetti pesanti che preferiamo non tenere sulla memoria locale, l’Akitio Neutrino torna davvero utile. Questa scelta può avvenire su due basi: tenere più snello il disco interno o, se il disco interno è un HDD, avere la possibilità di lavorare ad una velocità superiore. Nel secondo caso, la connessione Thunderbolt, abbinata alla memoria a stato solido, può essere una vera manna, consentendo di lavorare su immagini o video di un certo peso, con una fluidità nettamente superiore.
Da un test effettuato con l’applicazione Blackmagic Disk Speed Test abbiamo ottenuto velocità di trasferimento di tutto rispetto: 306MB/s in scrittura e 500MB/s in lettura per trasferimenti SSD-SSD; per i trasferimenti HDD-SSD le prestazioni rimangono comunque elevate, raggiungendo i 260MB/s in scrittura e 450MB/s in lettura.
La seconda configurazione che abbiamo provato è come disco di avvio. A partire da un MacBook Pro con display Retina ed SSD del 2012, abbiamo effettuato una clonazione del disco sull’Akitio Neutrino, e provato ad effettuare l’avvio da quest’ultimo, collegato in un primo momento al MacBook Pro Retina, ed in seguito ad un MacBook Pro 2011 con HDD. Bene, i risultati sono abbastanza d’impatto. Naturalmente nella prima configurazione le differenze non sono apprezzabili, ma nella seconda sono davvero sensibili. Per i tempi di avvio e riavvio abbiamo rilevato differenze alquanto elevate. Avviando il Mac da spento, dall’HDD abbiamo misurato un tempo di 39s circa, il riavvio consta invece di 54s, si parla di sistemi con qualche applicazione con avvio automatico e di riavvio con la riapertura della sessione corrente. La stessa prova, effettuata avviando il Mac dall’Akitio Neutrino ha portato alla misurazione di 17s per il solo avvio, e 43s per il riavvio. È lampante che il secondo tempo di accensione è pressoché la metà del primo, un ottimo risultato davvero; senza contare la silenziosità conferita dalla mancanza di dischi in rotazione. Anche la velocità di lancio di applicazioni notoriamente pesanti subisce un netto calo, con un riscontro notevole per l’esperienza utente. Questa seconda modalità però tende a scaldare alquanto, se utilizzata in maniera massiccia. Non da sottovalutare la possibilità che scaturisce dall’opportunità di avere sempre con sé una copia del proprio sistema, tra le quali quella di poter utilizzare qualunque Mac (dotato di porta Thunderbolt), proprio come fosse il proprio. Nel caso in cui lo si utilizzi con un portatile, questo tende a scaricarsi in maniera più veloce, dovendo fornire alimentazione all’unità esterna.
È il caso di mettere in rilievo un altro aspetto discendente dall’adozione dell’Akitio Neutrino: all’interno della confezione troviamo un cavo Thunderbolt. Può sembrare superfluo sottolinearlo, ma non lo è, dal momento che non si tratta di un normale cavo USB la cui funzione si ridurrebbe alla connessione HDD esterno – computer, ma di un cavetto che consente di interfacciare due computer in maniera diretta. A differenza dei cavi di rete però, uno dei due deve essere non propriamente “acceso”, ma in “Modalità disco di destinazione”. Benché il cavetto in dotazione non abbia una lunghezza tale da garantire una certa comodità, dovendo uno dei due Mac essere praticamente passivo, questo aspetto non è di gran rilievo, non dimenticando che il solo cavo ha un costo di 39€ su Apple Store, seppur possa risultare ben pagato comunque come si evincerà dal prezzo finale. Da tutto ciò discendono numerose comodità, una tra tutte quella di poter formattare e ripristinare un Mac senza dover partire da chiavetta o simili ma da un computer, il che, avvalendosi di un collegamento Thunderbolt, avverrà in tempi ben più brevi.
Unico tasto dolente dello straordinario pacchetto è naturalmente il prezzo, si parte infatti da $195 per la versione da 120GB per arrivare a $570 per quella da 512GB. Il costo lo rende un po’ proibitivo, ma è in linea con i prezzi degli altri produttori di SSD Thunderbolt esterni, risultando anche inferiore alla media. Sfortunatamente l’Akitio Neutrino Thunderbolt Edition non è ancora disponibile in Italia, la ditta produttrice è alla ricerca di distributori per il territorio.
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